Cosa vedere a Brancaleone: il paese sospeso tra l’Armenia e la poesia di Pavese
Sei mai stato a Brancaleone? In questo post ti svelo cosa vedere in un giorno nella cittadina della costa ionica, tra il fascino di un borgo simbolo della civiltà armena e la poesia di Cesare Pavese.
A guidarmi nella scoperta ci sono stati i soci della Pro Loco che ho conosciuto lo scorso anno grazie all’escursione alla Villa Romana di Casignana e Locri Epizefiri. Un gruppo splendido che in modo completamente volontario si prende cura del borgo come fosse la propria casa.
QUALCHE INFO SU BRANCALEONE
Brancaleone oltre ad essere il paradiso marino scelto dalle famose tartarughe Caretta Caretta per riprodursi, in passato era definita “la città dei gelsomini”, importati alla fine degli anni ’20 e poi diffusi su tutto il territorio.
Oggi il prodotto top di Brancaleone è il bergamotto. L’agrume più famoso della Calabria cresce solo sulla costa ionica reggina e l’olio essenziale che si ricava dalla buccia è apprezzato dalle aziende profumiere di tutto il mondo.
COSA VEDERE A BRANCALEONE IN UN GIORNO
Brancaleone la puoi visitare tranquillamente in una sola giornata anche se a mio avviso dovresti rimanerci di più. Se sei un’amante dei borghi è un’ottima base di partenza per esplorare i paesi dell’entroterra aspromontano come Staiti, Bova, Bruzzano Zeffirio, Palizzi e Pietrapennata.
PARCO ARCHEOLOGICO BRANCALEONE VETUS
Il borgo di Brancaleone Vetus è stata la prima tappa della giornata. Un luogo dove ti ritrovi a camminare tra rocce emerse milioni di anni fa, grotte rupestri, silos e piante di melograno antichissime.
Il borgo è stato abbandonato alla fine degli anni ’50, a causa dello spopolamento dell’area dell’Aspromonte. Ad oggi ci sono solo i ruderi delle antiche abitazioni medievali, costruite su un preesistente villaggio in pietra di origine armena del VII-VIII sec. d.C.
Una delle grotte più famose è quella dell’Albero della vita, l’unica testimonianza presente a livello europeo oltre a quelle in Cappadocia. All’interno sono ancora visibili i resti dei graffiti dove in passato era posizionato l’altare con la croce astile e la figura di un pavone stilizzato, oltre ad un forno scavato nel pavimento usato per fare il lavash, il pane armeno.
STANZA DEL CONFINO DI CESARE PAVESE
A due passi dalla stazione, affacciata sul mare blu dello Ionio, c’è la stanza dove Cesare Pavese è stato confinato per otto mesi, tra il 1935 e il 1936 a causa di una lettera scritta in realtà dalla sua amata Tina e indirizzata ad Altiero Spinelli, noto antifascista.
Dopo la condanna da parte del Tribunale di Torino lo scrittore piemontese arriva a Brancaleone con il treno il 4 agosto del 1935. In quei mesi Pavese trova l’ispirazione per scrivere le prime pagine del diario “Il mestiere di vivere” e il racconto autobiografico “Il carcere” in cui racconta l’esperienza dell’isolamento forzato a Brancaleone.
A raccontarti la storia e un po’ di aneddoti è sempre presente Tonino Tringali, l’attuale proprietario della casa, grazie al quale è possibile visitare la stanza ricostruita con i racconti di un ex alunno a cui Pavese dava ripetizioni di greco e latino.
INFORMAZIONI UTILI
Per prenotare una visita presso il Parco Archeologico Brancaleone Vetus e la stanza di Cesare Pavese, puoi rivolgerti alla Pro Loco di Brancaleone.
Contatti: tel. 347 0844564 – Pagina Facebook: https://www.facebook.com/probrancaleone/
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Ultimamente ho sentito parlare spesso di questa città, si vede che la Pro Loco sta facendo un buon lavoro a promuovere questo luogo e il tuo post mi fa venir voglia di visitarlo ancora di più. Complimenti! 🙂
Grazie mille, Luigina. La Pro Loco è composta da persone in gamba e tra l’altro oltre a portare turisti tutto l’anno organizzano degli eventi culturali molto interessanti.