La mia vacanza a Civita: un villaggio baciato da Madre Natura
Quest’estate ho poggiato la prima pietra per realizzare il mio sogno nel cassetto, quello per cui mi vedo sorridere e gioire immaginando a occhi aperti di vivere qui, in questo posto fuori dall’ordinario del Parco Nazionale del Pollino, al confine tra Calabria e Basilicata. Ho passato due settimane a Civita per entrare in confidenza con quello che sarà il mio luogo del cuore, il luogo dove vivrò per il resto della mia vita.
Sì, mi piace pensare di invecchiare qui, davanti alla Timpa del Demanio, la montagna che mi ha fatto tremare le gambe dall’emozione. Mi piace pensare di fare colazione, stendere il mio tappetino di yoga e prendermi cura di me stessa contemplando il paesaggio. Mi piace pensare di salire ogni giorno sulla dorsale del Raganello e regalarmi del tempo in solitudine. Mi piace pensare di guidare gli ospiti del mio B&b alla scoperta della terra che considero il mio posto nel mondo, partendo da Civita, dal luogo dove metterò radici.
Ancora è tutto nella mia mente ma ho già le idee ben chiare di quelli che sono i miei desideri e di come voglio vivere. Qualcosina te l’ho già accennata nella mia pagina “Chi sono”.
Ma ora veniamo alla mia vacanza.
Sul mio taccuino rosso prima di partire mi ero appuntata una serie di itinerari. Avrei voluto ritornare al Parco della Lavanda, passando da Morano e dalla Catasta, una grande opera architettonica in legno inaugurata a luglio come hub turistico, percorrere la pista pedociclabile che collega Castrovillari a Morano, fermarmi a Saracena per provare il famoso Moscato delle Cantine Viola e perché no oltrepassare il confine arrivando in Basilicata e scoprire Terranova di Pollino, Rotonda, Viggianello e Noepoli.
Sì, tutto questo in bici. Se mi segui da un po’ sai che per me la sostenibilità è uno dei valori in cui credo, sia nella vita che nel lavoro.
Per me sostenibilità significa dare una mano ai produttori locali, comprare solo le cose che veramente servono ed evitare il superfluo. Significa costruire strategie di comunicazione e marketing ottimizzando le risorse a disposizione, usando solo i canali giusti per promuovere una struttura ricettiva. Ma sostenibilità per me significa soprattuto viaggiare con i mezzi quando possibile anziché prendere la macchina. Mi piace rivivere le stesse sensazioni che ho provato durante l’esperienza in solitaria a Tenerife, conoscere gente e affrontare le mie paure.
La bici era il mezzo che avevo scelto per esplorare Civita e i paesi del Parco. Prima di partire mi ero fatta un’idea dei km e secondo me erano fattibili con una mountain bike, solo che avevo sottovalutato il caldo e le pendenze del Pollino, quindi a parte visitare il Museo delle Icone e della Tradizione Bizantina di Frascineto e scoprire l’affascinante realtà della falconeria naturalistica dell’Associazione “I Setteventi del Pollino” ho lasciato la bici a casa e ho camminato per oltre 115 km che detti così sembrano tantissimi. In realtà, escludendo la camminata in solitaria di ferragosto di oltre 20 km, sono stata a Civita.
Appunti sparsi segnati sul taccuino per non dimenticare
9 agosto
Il primo giorno che sono arrivata a Civita ho conosciuto il sig. Peppino Carlomagno che con il suo accento un po’ americano e un po’ civitese accoglie i viaggiatori davanti alla panchina dell’alimentari di Piero portandoli alla scoperta delle case Kodra, delle splendide abitazioni dal volto umano che caratterizzano il borgo. A ognuno di loro chiede di scrivere un piccolo pensiero su uno dei tantissimi libretti che porta gelosamente con sé nel suo borsello.
L’ho incontrato altre volte e mi sono fatta raccontare la sua storia, di come ha conosciuto la moglie e dei suoi anni passati prima in Piemonte nella banda musicale e poi in America. Magari più in là scriverò qualcosa in più.
10 agosto
Ho affrontato la paura di salire sulla dorsale del Raganello da sola. Il sentiero non è segnato e i miei timori erano quelli di farmi male, di non riuscire a tornare indietro e di trovarmi di fronte un serpente. Alla fine nonostante la vocina interiore tentasse di proteggermi dai pericoli ho proseguito senza farmi bloccare e sono arrivata a casa sana e salva.
15 agosto
Ho passato un ferragosto insolito organizzato all’ultimo momento perché chi era con me ha scelto di fare altro. Per smaltire la rabbia e la delusione ho scelto di fare quello che mi faceva stare bene in quel momento: camminare.
Volevo che occhi e cuore vedessero paesaggi sconfinati. Volevo emozionarmi ma non versare lacrime come avevo fatto la sera prima. Sì, lacrime per essere stata forse fin troppo gentile e ingenua nei confronti di un uomo che di fatto mi ha usata solo per avere un appoggio dove dormire.
È così che senza pensarci, mentre tutti gli altri banchettavano, un passo dietro l’altro ho percorso in totale oltre 20 km per arrivare al rifugio di Colle Marcione, uno dei punti di riferimento per gli escursionisti che vogliono scoprire il Pollino.
Ho adagiato zaino e macchina fotografica e mi sono seduta sotto l’ombra di un piccolo albero per consumare il mio pasto frugale fatto di gallette di riso e speck.
Ho contemplato sulla destra la Timpa di San Lorenzo e sulla sinistra il Serra Dolcedorme, la vetta più alta dell’Appennino meridionale con i suoi 2.267 metri, e accanto il Monte Pollino.
Data non pervenuta
Ho fatto da guida ad una famiglia di Pordenone che non sapeva dove si trovassero le case Kodra e mi sono offerta di accompagnarla.
16 agosto
Ritornando in bici da Morano ho cantato a squarciagola “Amore disperato” di Nada sulla provinciale SP263 che collega Castrovillari a Civita.
Dove ho dormito
La mia dimora per 2 settimane è stata Casa Lulja, uno splendido loft indipendente con giardino situato nel quartiere Sant’Antonio, la parte più alta di Civita.
Ho conosciuto Rossella, l’angelo custode che si è presa cura di me come una figlia, la Sig.ra Margherita e poi Maria e Delia con cui ho passato diverse serate a chiacchierare seduta sugli scalini della chiesa, proprio come accade nei paesi. Era quello che volevo, nient’altro.
Contatti
Le Vie del Borgo
Via Trento, 1 – Civita
leviedelborgo.it – info@leviedelborgo.it
Se vuoi scoprire un po’ meglio Civita e il Parco Nazionale del Pollino puoi leggere gli articoli qui sotto:
- Civita: il borgo dall’anima arbëresh del Pollino
- Civita: il paese dei comignoli e delle case Kodra
- Escursioni sul Pollino: 5 trekking per gli amanti della montagna
- Morano Calabro: cosa vedere nel borgo sospeso tra le vette del Pollino
- Lavanda in Calabria: paesaggi provenzali nel cuore del Parco Nazionale del Pollino
- Escursione sul Serra Dolcedorme: il tetto del Sud Italia
Foto in evidenza di Stefania Emmanuele
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Eccellente descrizione di un posto magico!
Mi hai fatto rivivere quella parte d’estate finita troppo in fretta.
Ti auguro di continuare il tuo cammino in direzione dei tuoi sogni e vivere così quella vita che hai
sempre sognato!!
Ci manchi tanto, Civita ti aspetta….!
Ciao Rossella,
grazie mille per essere passata da qui.
Mancate tanto anche a me! Spero di rivederti presto 🥰
Di Civita e di tutto il territorio intorno ci si innamora a prima vista.
Ciao Maria,
grazie per essere passata da qui. Assolutamente sì, Civita è meravigliosa!